venerdì 15 novembre 2024

La festa di Santa Marina in Termini Imerese, tra fede e tradizione

Giornale del Mediterraneo, 15 novembre 2024

La festa di Santa Marina è stata da secoli, e continua ad esserla, una devota ricorrenza, molto sentita a Termini, in particolar  modo nel contado cittadino. La santa, compatrona di Termini Imerese, nacque a Scanio (1) nel 1036. 

Le fonti non ci tramandano il suo nome secolare. Però, al di la del suo luogo di nascita è indubbio che nel nostro territorio la tradizione religiosa al suo cospetto è ben radicata, al pari del nostro patrono, il Beato Agostino Novello (2). Circa la storia dei festeggiamenti in Contrada “Bravuni” (N.d.R. Bragone), che si svolsero nella chiesetta campestre di Santa Marina “La Novissima” (3), siamo in possesso di eloquenti notizie tramandate dallo storico e giornalista Giuseppe Navarra (1893-1991); il quale ce le indica e descrive in un apposito capitolo (4), nella sua “Termini com’era” (GASM, Termini Imerese 2000), un’opera pubblicata postuma. Mentre, relativamente al culto, alle usanze e ai costumi intorno alla Santa di “Cozzo di Patara”, a cominciare dal secondo dopoguerra, possiamo documentarle in questa testata, poiché mi sono avvalso recentemente dalle testimonianze orali ed etnografiche, di coloro che l’anno vissuta in prima persona. Infatti, ho avuto modo di sentire, il sig. Antonio Gatto senior (già presidente della Congregazione dei Giardinieri sotto il titolo di San Paolino, dall’ottobre 2003 al marzo del 2010), e di Giuseppe Aglieri Rinella, ambedue figli di agricoltori, i quali appassionatamente e con lieve nostalgia hanno acconsentito di rilasciarci le loro esposizioni, frutto del loro “patrimonio informativo” tramandato oralmente.

Infine, circa l’affidamento della chiesetta di Santa Marina, il Navarra ci informa, inoltre, che i custodi denominati “i rrimiti” (gli eremiti) che in passato accudivano la chiesetta, più volte si sono succeduti. L’ultimo dei quali fu il sig. Giovanni Crimi, scomparso nel 1985.

Agostino e Giuseppe ci raccontano: 

Intorno al culto di Santa Marina, afferma il signor Gatto (N.d.R. anche se la sua testimonianza in merito al gruppo scultoreo di cartapesta, non è suffragata da riscontri con la tradizione scritta), perdura la dichiarazione tramandatami oralmente da mio padre Giuseppe, allorché a Termini, la famiglia Bordonaro (precisamente l’ingegnere Gaetano, impiegato comunale, abitante nell’odierna via Pola), proprietaria del simulacro in cartapesta della SS. Vergine di Scanio, organizzasse ogni anno, nel mese di settembre, a Piazza Umberto I (per intenderci, dove si trovava l’ex pasticceria di Scalia), un piccolo apparato effimero, dove si stagliava la statua della santa. A questo raduno liturgico partecipavano stabilmente un gruppo di pii fedeli. In seguito, la sacra scultura a tuttotondo (N.d.R. risalente alla metà del XIX sec.) fu trasferita nella Chiesa di Maria SS. della Misericordia (N.d.R. oggi auditorium Maria SS. della Misericordia, annesso al Museo civico “Baldassare Romano”) e dopo la chiusura al culto di quest’ultima, fu custodita nel Duomo di San Nicola di Bari, nell’attuale Cappella di San Gaetano, insieme alla statua di San Biagio.

Continua il signor Gatto: nel 1886 si deve la nascita della Congregazione dei Giardinieri (5), che avrà in seguito, un ruolo basilare nei festeggiamenti in onore della compatrona e officiati nella chiesetta campestre di Santa Marina “La Novissima”, ubicata in Contrada Bragone, nel Cozzo Patara, e culminati con la processione pomeridiana.

Infatti, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, la confraternita, composta […] solamente di tutti coloro che esercitano il mestiere di Giardinieri […] (6), si occupò dei preparativi e dell’organizzazione logistica della manifestazione religiosa. Tanto è vero, che la nuova mansione assunta dalla confraternita, porterà a legare nello stesso giorno le celebrazioni in onore di San Paolino di Nola, e di Santa Marina. In realtà, il simulacro di San Paolino venne disposto all’interno della chiesetta campestre di Cozzo Patara, congiuntamente a quella della Vergine di Scanio. I due simulacri, da allora, seguitano ancora oggi ad essere condotti annualmente in processione nel mese di settembre, percorrendo un breve tragitto che si svolge in contrada Bragone.

Io, da ragazzo, racconta il sig. Gatto, sul finire degli anni Cinquanta, insiemeai miei genitori, per raggiungere la chiesetta di Santa Marina, percorrevo la stradella vicinale, adiacente alla SS 113, che portava fin sul Cozzo Patara, a quei tempi polverosa e costellata di brecciolino. Si celebrava una sola messa mattutina. Nello spiazzo antistante, venivano allestite le bancarelle per la vendita di calia, simenza e nuciddi atturràti  (N.d.R. ceci tostati, semi di zucca essiccati e salati, e noccioline abbrustolite) e i banconi con i giocattoli. In prossimità c’erano anche i venditori di carne alla brace e di pane e panelle. Tra i visitatori, o i fedeli, solitamente, qualcheduno, oppure in piccoli gruppi, dopo la celebrazione della Santa Messa, rimanevano in quel luogo ameno, e non disdegnavano di scegliere un posto sotto gli ulivi circostanti per desinare in compagnia. Ovviamente, le vivande erano state portate da casa a tale scopo.  

Negli anni Sessanta, esattamente nel 1965, l’incremento dei fedeli indusse il clero a celebrare quattro messe: tre la mattina, ed una nel pomeriggio; a seguire la processione con i simulacri dei due santi. Identico rituale si svolse anche negli anni ’70 - ’75. Poi, sul finire anni Settanta a Cozzo Patara si svolsero solitamente due spettacoli: il sabato, la vigilia della festa, con la rappresentazione di gruppi folcloristici; e la domenica, il giorno clou, con la recita di commedie popolari.

A tal riguardo, racconta il sig. Aglieri Rinella: in merito alle attrazioni ricreative e gastronomiche, perdurò ancora la consuetudine della vendita della carne alla brace, fino a scemare gradualmente e ad esaurirsi per sempre sul finire del decennio. Invece, rimase immutata la presenza dei venditori di avellane, ceci, semi di zucca e bibite.Per quanto riguardano gli anni Ottanta, si intrapresero i lavori in economia per la ristrutturazione della pavimentazione, copertura e ampliamento dei locali interni della Chiesetta di Santa Marina “La Novissima” (sagrestia, e altri piccoli spazi attigui). Seguirono successivamente i restauri della vare di Santa Marina e San Paolino. Risale al quel periodo il rifacimento della stradella, la quale, mediante l’asfalto e ai pali dell‘illuminazione, fu resa più comoda al percorso delle persone e alle autovetture.  

Le celebrazioni delle messe ricalcarono quelle degli anni Settanta, lo stesso per gli intrattenimenti musicali e folcloristici, però con una variante. Infatti, furono aggiunte nuove attrattive: “U jocu ri pignateddi” (N.d.R. gioco delle pentolacce) e la corsa dei sacchi. Tuttavia, affinché i festeggiamenti ben riuscissero, sin dall’inizio gli organizzatori avevano effettuato una questua in danaro, a cui i residenti delle vicinanze, e non solo, elargirono ampiamente.  

Il salto di qualità avvenne negli anni Novanta, quando i festeggiamenti in onore di Santa Marina furono inseriti nel programma estivo a cura del Comune di Termini Imerese. Per cui, dato il crescente afflusso di persone a Cozzo Patara, il numero delle messe rimase invariato come per gli anni Ottanta. In realtà, le funzioni religiose furono svolte nella mattinata e nel tardo pomeriggio (sabato e domenica) e terminarono con la consueta processione. In serata, invece, ebbero inizio gli spettacoli, sia folcloristici e sia canori, che si conclusero fin verso la mezzanotte. 

A partire dagli anni duemila (fino al 2019), rimase immutato il numero delle funzioni religiose. Dopo tale data ci fu uno stallo a causa della Pandemia di COVID-19. Infatti, le attività religiose ripresero nel 2021 con le celebrazioni delle messe officiate ad agosto per quattro sabati di seguito. Difatti, dopo la pandemia, le celebrazioni continuarono ad essere officiate, secondo la consuetudine, anche l’anno successivo, in mattinata e nel pomeriggio. Il mese di settembre di quest’anno, infatti, ha visto nella chiesetta di Cozzo Patara, una nutrita partecipazione di fedeli. Le sante messe, sono state celebrate sia la mattina che nel tardo pomeriggio, a cui è seguita la processione dei due simulacri. Oltre all’angolo liturgico ci fu anche lo spazio dedicato alla musica e al varietà.

Note

(1) Giuseppe Longo 2011, Santa Marina di Scanio, MadonieLive, 6 giugno.

(2) Giuseppe Longo 2021, Tracce agostiniane a Termini Imerese: Il culto del Beato Agostino Novello, la sua canonizzazione nel 1759, e un suo ritratto “ritrovato”, Cefalunews, 22 ottobre.  

(3) Giuseppe Longo 2011, La chiesa di Santa Marina “La Novissima”,MadonieLive, 4 giugno. 

(4)“Santa Marina”.E’ la contrada contigua al “Bravuni”, è la chiesetta suburbana che si delinea nettamente al sommo della vallata del S. Leonardo, a poco più di due chilometri ad occidente da Termini. Il quattro settembre di ogni anno vi si celebrava la festa della santa, con grandissimo concorso di popolo che pigliava lo spunto di una cerimonia religiosa per fare una scampagnata.

La vigilia, due ore dopo l’Ave Maria, si lanciavano i soliti fuareddi che per alcuni minuti solcavano l’aria. L’indomani, di buon’ora, cominciava il pellegrinaggio , e si cantava:

Ni nni iaumu a Ssanta Marina,

Cu ll'aria fina di la matina

Nni purtamu frischi e llisci

E nni manciamu sti gran pisci.

Un muluneddu pi lleva sapuri

Lu vinuzzu chi allegra lu cori

E mmanciamu ca bbeni nni fannu,

Ca sta festa è na vota l'annu.

Traduzione:

Ce ne andiamo a Santa Marina,

Con l’aria sottile della mattina

Ce li portiamo freschi e lisci,

E ci mangiamo questi gran pesci.

Una piccola anguria per togliere il sapore,

Il vinello che rallegra il cuore,

E mangiamo che bene ci fanno,

Che questa festa è una volta all’anno.

Le vie d’accesso erano due. Una partiva da Porta Palermo, scendeva per la scorciatoia del Camposanto che portava ai “Mulinedda”, dove una volta esistevano tre mulini di grano; quindi proseguiva fino al grande ponte in muratura (quello di ferro non esisteva ancora), lo si attraversava e si continuava attraverso la polverosa vicinale per arrivare alla chiesetta. Questo itinerario era seguito dalle donne e dalle persone adulte.

Il secondo tragitto partiva pure da Porta Palermo, maimboccava a sinistra la via del Mazziere, che allora scendeva tra le case ed un burroncello, fino ad arrivare al greto del fiume San Leonardo, che attraversavamo. Poi ci inerpicavamo sul ripido costone della vallata, coltivato ad ulivi, e giungevamo finalmente alla chiesetta. L’animazione nello spiazzo antistante era grande. C’erano la loggia dei dolciumi, con gelato di campagna, torrone, biscotti, stampigghi (savoiardi); la loggia dei giocattoli, con bombolette, carrettini col cavallo di cartapesta, fischietti, trombe, tamburini ecc.; il bancone dei carnezzieri dove troneggiavano salsicce, costate e trinche di maiale; un altro bancone dei venditori di pane, formaggio, salame, sarde salate e simili. Poi c’erano muffulette (grosse e piccoli) e panelle, calia e simenza, nuciddi (avellane) atturrati, noccioine americane, frutta secca. E’ da notare che buona parte dei convenuti aveva portato con sé vettovaglie di ogni genere, compresa l’acqua, che sul luogo difettava. La sola acqua disponibile era quella di una cisterna che si trovava nel cortile della chiesetta. La gente amava tuttavia ricorrere alle “gazzose”. Le messe semplici si susseguivano dal primo mattino; seguiva poi la messa cantata con fervorino dalcanonico Fucà, dopo di che quasi tutti cercavano un posticino tra i fronzuti olivi delle vicinanze, per tirar fuori da “gistri” ed involti di tutte le fogge le cibarie che avevano portato. Nel contempo stuzzicavano le nari le salsicce ed altre carni che si stavano arrostendo sui numerosi focherelli nei dintorni, mentre una decina di “musicanti” allietava la circostanza con ballabili. Nonostante il sole che picchiava, molte persone indugiavano un pochino dopo il pasto, e poi intraprendevano la via del ritorno, ma la maggior parte ritornava a casa col freschetto del pomeriggio. C’era sempre qualcuno che barcollava leggermente, per avere ingerito inusitate porzioni di vino.   

Attorno alla chiesetta si dava da fare Fra Marino, un tale vestito con una tonaca francescana, che abitava una stanzetta contigua alla chiesa. Era chiamato rrmitu (eremita) e viveva discretamente questuando nei giardini della vallata del San Leonardo. Serviva la messa che di tanto in tanto si celebrava nella chiesetta, e suonava il Salve Regina a mezzogiorno e l’Ave Maria. Questi rrimiti rimanevano in funzione per un certo tempo; poi sparivano ed erano succeduti da altri Fra Marino. Ad uno di essi che, stancandosi dalla solitudine convolò a nozze con una certa Caterina, venne subito appioppata la quartina che segue:

Fra Mmarinu lu rrimitu,

Si spugghiò e ssi fici zitu,

Pi ll'amuri di Catarina,

Abbannunò a Ssanta Marina.

Traduzione:

Fra Marino l’eremita,

Si spogliò e si fece fidanzato,

Per l’amore di Caterina,

Abbandonò Santa Marina.

Oggigiorno a Santa Marina si può agevolmente andare in automobile o in motoretta.

(5) […] La Congregazione di San Paolino, patrono dei giardinieri, fu fondata con decreto arcivescovile del Cardinale Michelagelo Celesia il 27 giugno 1886 […]. Le Confraternite dell’Arcidiocesi di Palermo. Storia e arte.

(6) Statuto del 1914.

Bibliografia e sitografia:

Statuto della Congregazione dei Giardinieri, sotto il titolo di S. Paolino nella chiesa di S. Maria di Gesù in Termini Imerese, Palermo 1914.

Le Confraternite dell’Arcidiocesi di Palermo. Storia e arte, catalogo della mostra a cura di M.C. Di Natale, EDI OFTES, Palermo 1993. Fotografie di Enzo Brai.

Giuseppe Navarra, Termini com'era, GASM, 352 pp. 2000.

Francesco Anfuso, Marina, Vergine Termitana - La Novena e la Vita. Tipografia Calamaio, 2006.

Giuseppe Longo 2011, Santa Marina “La Nuova” in Termini Imerese, MadonieLive, 8 giugno.

Giuseppe Longo 2024, La chiesetta di Santa Maria “La Novissima” e la concessione dell'indulgenza plenaria settennale nell'ultima domenica di maggio, Giornale del Mediterraneo, 1 settembre.

Giuseppe Longo 2024, La vita di Santa Marina di Scanio nelle agiografie - agiologie del XIV, XVII, XVIII e XX sec. Giornale del Mediterraneo, 18 settembre.

Giuseppe Longo 2024, La breve storia delle chiesette di Santa Marina in Termini, redatta dal canonico Rocco Cusimano, Giornale del Mediterraneo, 4 ottobre.

https://beatoagostinonovelloterminiimerese.blogspot.com 

https://santamarinadiscanioterminiimeresepa.blogspot.com

Ringraziamenti:

Si ringrazia il Presidente della Confraternita di San Paolino dei Giardinieri di Termini Imerese, il sig. Antonio Gatto junior per avermi segnalato alcuni riferimenti storici, in merito alla chiesetta di Santa Marina “La Novissima”.

Il Prof. Fonso Genchi (Presidente dell’Accademia della Lingua Siciliana) per le traduzioni dalla lingua siciliana all’italiano.

Foto di copertina: La chiesa di Santa Marina “La Novissima” 2024.  Ph. Antonio Annibale.

Foto a corredo dell’articolo:

“Fra Marino” (Giovanni Crimi) l’ultimo romito. Foto, catturata dal profilo social di Fabio Chiaramonte. 

Un momento della processione durante il Giubileo del 2000, per la festività della Pentecoste. Ph. Giuseppe Saverino.

Termini Imerese, Duomo di San Nicola di Bari, 2024. Gonfalone  processionale della confraternita di S. Paolino. Ph. Antonio Annibale.

Giuseppe Longo 

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venerdì 4 ottobre 2024

La breve storia delle chiesette di Santa Marina in Termini, redatta dal canonico Rocco Cusimano

Giornale del Mediterraneo, 4 ottobre 2024

La vita di Santa Marina è stata trattata sulle prime dallo storico Baldassare Romano (1794 - 1857) nel suo: “Vita di Santa Marina Vergine siciliana (1). In realtà, l’opuscolo edito nel 1842 e più volte ristampato, in ambito locale è e rimane la fonte storiografica principale, mentre continua ad esserla per gli agiografi e agiologi (2) i quali con grande pazienza portano avanti le ricerche di indagine circa il bios della santa.

La tradizione ci riferisce che ella sia nata nel 1036, al tempo della dominazione araba in Sicilia, in un oscuro borgo chiamato Scanio, e ivi rese la vita al Signore nel 1066. Riguardo al tempio della SS. Vergine in Scanio (dove il suo corpo fu immantinente deposto), e dell’oratorio (Santa Marina “La Vecchia), dove in seguito le sacre reliquie furono traslate, non rimangono praticamente più tracce (3). Gli unici edifici esistenti relativi al suo culto, sono le due chiesette di Santa Marina “La Nova” e Santa Marina “La Novissima”: la prima, attualmente in rovina, mentre la seconda è fruibile per la consueta messa annuale, che si svolge la prima domenica di settembre.   

Pure il canonico Rocco Cusimano (1868 - 1952) ci parla per sommi capi delle due chiesette campestri, e lo fa in “Brevi cenni di Storia Termitana”. Il testo è un’altra pietra miliare per chi si accinge a studiare la storia della nostra città. Pertanto, sperando di fare cosa gradita ai neofiti, riporto per l’appunto l’estratto circa la Chiesa di S. Marina.

Chiesa di S. Marina pagg. 106 - 107

[… ] Quasi un miglio lungi dalla città a occidente sulla montagnola nominata Patara (3) al principio del secolo scorso, dice Baldassare Romano nella vita di S. Marina (1) fu eretta una chiesuola alla santa ed un’altra assai prima del XVI secolo se n’era edificata di là poco discosta, le quali tuttavia decorosamente sussistono (2). Il nostro illustre Baldassare Romano così scrive di S. Marina (3): E’ venerata con altari nelle chiese con immagini da per tutto: ma in singolar modo nelle mentovate due chiesuole campestri dette Santa Marina la Vecchia e Santa Marina la Nuova. Dopo secoli che il popolo si adunava nella prima di esse, nel 1750, sperando di trovare le sacre ossa nel colle detto Scanio, segnatamente in mezzo alle vestigia di alcuni rovinati edifizi che ancor si vedeano, fu chiesto al Vicario Capitolare della diocesi il permesso di farne ricerca. Il quale prescrisse che con un digiuno di tre giorni ed una solenne processione di penitenza si disponessero i cuori dei cittadini a divoti effetti e si mettesse indi mano al lavoro. Tutto eseguito con religioso raccoglimento, scavata la terra, frugate le antiche fabbriche per più giorni, non furon le desiate reliquie rinvenute. Ciò non ostante non intepidirono i Terminesi verso la santa Verginella Marina, che anzi vollero l’anno stesso in quel sito, elevato, amenissimo, ergere la chiesuola che già accennammo: il Sacerdote Giuseppe Lanza, padrone del suolo, donò uno spazietto all’intorno per comodo dei concorrenti e la dotò d’un piccolo benefizio (4) Oggi la chiesa è di diritto patronato della famiglia Marsala (5) [...]

(3) Questa montagnola è notissima nelle vicinanze di Termini. E’ probabile ch’essa abbia avuto il nome da qualche piccola società di Greci venuti a stabilirsi da Patara, città della licia, chiara un volta pel tempio di Apollo e gli oracoli che si diceva rendervi quel falso nume.

(1) Baldassare Romano Vita di S. Marina, pag. 8.

(2) Il Sommo Pontefice Benedetto XIV, con breve apostolico spedito ad istanza dei Termitani, il giorno 16 giugno 1741, concesse l’indulgenza plenaria di anni 7 ai fedeli che nell’ultima domenica di maggio visitassero la chiesa nel luogo ove era il borgo di Scanio.

(3) Baldassere Romano Vita di S. Marina, Palermo, Tip. E Leg. Boccone del Povero 1892.

(4) Tutto ciò ricavasi da un pubblico strumento rogato in Termini da Notaro Leonardo Mola a 15 febbraio 1731.

(5) Ogni anno si celebra una festa solennissima per l’opera solerte del Signor Saverio Bordonaro [...].

Tuttavia, tornando ai nostri tempi, è interessante osservare lo stralcio della cartografia urbanistica in scala 1:5.000 del Comune di Termini Imerese. In realtà per aiutare i lettori ad individuare l’ubicazione dei due piccoli edifici religiosi, abbiamo cerchiato in giallo il Cozzo Patara, ove sorge la chiesa di S. Marina “La Novissima”. Poi, a circa un chilometro a ovest-sud-ovest, al margine meridionale dell’altipiano del Bragone, abbiamo cerchiato in verde il sito ove giacciono le mura perimetrali della chiesetta di S. Marina “la Nova”.

In basso si vede un tratto dell’autostrada PA-CT, mentre verso destra (est) si scorge il fiume S. Leonardo, con la sua ampia vallata. Per aggirare Cozzo Patara, il fiume lo aggira con un’ansa, in parte visibile in carta.

Il Cozzo Patara raggiunge la quota di 95,6 metri sul livello medio del mare, mentre i ruderi della chiesetta di Santa Marina “La Nova” sono ad una altitudine di circa 116 mt s.l.m.m.. Il terreno qui comincia a salire, per farlo più repentinamente.

Subito dopo il tracciato autostradale. Si osservi come, alla base del Bragone, sulla piana del S. Leonardo, qui la quota sia di circa 20 mt. S.l.m.m., quindi con un dislivello, tra il fiume ed il Bragone, di oltre 75 mt.

Note:

(1) Giuseppe Longo 2011, La chiesa di Santa Marina “La Novissima”, MadonieLive , 4 giugno.

(2) Giuseppe Longo 2024, La vita di Santa Marina di Scanio nelle agiografie - agiologie del XIV, XVII, XVIII e XX sec.. Giornale del Mediterraneo, 18 settembre.

(3) Giuseppe Longo 2024, Termini e Castanìa riuniti sotto un unico comune denominatore: Il culto di Santa Marina di Scanio. Mentre è dissimile il luogo della sua sepoltura, Giornale del Mediterraneo, 28 settembre.

Bibliografia e sitografia:

Baldassare Romano, Vita di Santa Marina Vergine siciliana, Palermo, 1842.

Rocco Cusimano, Brevi cenni di Storia Termitana, Palermo 1926.

Contino & S. Mantia, a cura di (1997). Baldassarre Romano. Notizie Storiche Intorno alla Città di Termini. Termini Imerese, ed. GASM, pp. 110.

https://santamarinadiscanioterminiimeresepa.blogspot.com

https://catalogo.beniculturali.it/

Foto di copertina: Santa Marina e angioletti. Gruppo scultoreo di cartapesta - ambito siciliano (metà sec. XIX). Duomo di San Nicola di Bari, Termini Imerese. Da Catalogo generale dei Beni Culturali

Foto a corredo dell’articolo: 

Chiesa di Santa Marina “La Novissima”. Ph. Antonio Annibale.

Brevi cenni di Storia Termitana del canonico Rocco Cusimano.

Stralcio della cartografia urbanistica in scala 1:5.000 del Comune di Termini Imerese. 

Giuseppe Longo 

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sabato 28 settembre 2024

Termini e Castanìa riuniti sotto un unico comune denominatore: Il culto di Santa Marina di Scanio. Mentre è dissimile il luogo della sua sepoltura

Giornale del Mediterraneo, 28 settembre 2024

La sacra immagine scolpita di Santa Marina di Scanio, nota anche come “Santa Marina la Siciliana”, è venerata a Termini Imerese (PA) e nella provincia di Messina, esattamente a Castell’Umberto (l’antica Castanìa), e Cumìa (1) (2). Ciò nonostante, dal punto di vista storiografico, è ben evidente (attraverso una probante documentazione), la strettissima correlazione tra Termini e Castanìa, le quali sin dall’XI sec. rivendicano il luogo natale della santa (Scanio) e l’origine della sua casata (Pandariti o Patariti - Pandarita) (3).

In realtà, nelle due località, si fa ugual menzione non solo alla denominazione del luogo di nascita della santa (4), ma anche alla discendenza della sua famiglia. Mentre è dissomigliante la versione relativa alla sua sepoltura.

Ma andiamo con ordine. Scrive lo storico Baldassare Romano (1794 - 1857):

[…] Or sulla fine della dominazione degli Arabi, e cominciando il governo del gran conte Ruggiero, visse la santa verginella Marina siciliana. Venne essa al mondo verso gli anni 1036 dell’era volgare in un oscuro borgo che appellavasi Scanio: epperò non è da confondersi con altre sante del medesimo nome (1). Tal borgo è oggi interamente distrutto, e nessun altro scrittore abbiamo che lo ricordi: ne ciò deve recar meraviglia, poiché moltissime terre per ogni dove son venute affatto in oblio. Ma in Termini è tradizione antichissima che Scanio esisteva sulla montagnola nominata Patàra, quasi un miglio lungi della città a occidente […]

(1) […] Troviamo nel martirologio romano una s. Marina vergine di Bitinia o d’Alessandria il cui corpo fu trasferito a Venezia, ove si venera con festa solenne che ha officio a 17 luglio; ed una certa santa Marina di Galizia ver. e mart. […].

Poi, il Romano continua, e quasi alla fine del suo: “Vita di Santa Marina Vergine Siciliana”, focalizza sulla dipartita della Santa:

[…] Il suo corpo fu immantinente deposto in un tempio della SS. Vergine, e dopo alquanti anni apparse a un pio e religioso uomo, impesegli che le si ergesse un oratorio, acciò per mezzo delle sacre di lei reliquie prestasse la Provvidenza un sicuro e pronto soccorso ai fedeli contro le infermità e le sciagure, e fosse quindi ognora e da per tutto esaltato il nome del Dio trino ed uno augustissimo […].

A Termini, agli inizi del Settecento, i fedeli sperando di individuare e recuperare le sacre ossa della santa, chiesero al Vicario capitolare delle diocesi di farne ricerca. In realtà [...] nel colle detto Scanio, segnatamente in mezzo alle vestigia d’alcuni rovinati edilizi che ancor si vedeano [...] furono avviate più volte le ricerche, che purtroppo risultarono vane. 

Cosicché, dopo che il popolo terminese, da secoli, si adunava a venerarla consuetudinariamente nella piccola chiesetta di Santa Marina “La Nova”, per volontà di alcuni ferventi devoti, a partire dalla prima metà del XVIII sec. fu edificata una nuova chiesetta, ossia quella di Santa Maria “La Novissima” (5) (6).

Invece, a Castanìa, nel casale di Santa Marina (probabilmente l’antica Scanio), dopo il trapasso della santa, le sue spoglie furono sepolte, dapprima nella chiesa del Monastero di Santa Maria di Mallimaco, poi, come scrisse lo storiografo Francesco Nicotra:

[…] Il di lei corpo fu poi traslato a Catania, per ordine dell'infante Martino, che con due diplomi ne ordinò la traslazione nel 1392 […].

Circa la identificazione delle chiesette nel nostro territorio, innalzate e dedicate a Santa Marina di Scanio, per poterle cronologicamente identificarle, abbiamo seguito giustamente questo criterio di designazione, nominandole in: Santa Marina “La Vecchia” (non più esistente), Santa Marina “La Nova” (attualmente in rovina), e “Santa Marina “La Novissima” (7), quest’ultima, dove ogni anno per l'appunto, la prima domenica di settembre, si celebra la solenne messa in suo onore.  

Note:

(1) Giuseppe Longo 2024, Santa Marina di Scanio venerata nell’antica Castanìa, oggi Castell'Umberto (ME), Giornale del Mediterraneo, 21 settembre.

(2) Giuseppe Longo 2024, Santa Marina “La Siciliana”, Giornale del Mediterraneo, 15 settembre.

(3) Giuseppe Longo 2024, Scanio: Il villaggio natale di Santa Marina conteso tra Termini Imerese, Castell'Umberto e Cumìa, Giornale del Mediterraneo , 5 settembre

(4) Giuseppe Longo 2011, Santa Marina di Scanio, MadonieLive , 6 giugno.

(5) Giuseppe Longo 2011, La chiesa di Santa Marina “La Novissima”, MadonieLive , 4 giugno.

(6) Giuseppe Longo 2024, La chiesetta di Santa Maria “La Novissima” e la concessione dell'indulgenza plenaria settennale nell'ultima domenica di maggio, Giornale del Mediterraneo , 1 settembre

(7) Giuseppe Longo, 2011, Santa Marina di Scanio una patria controversa, 5 giugno.

Bibliografia e sitografia:

Baldassarre Romano , Vita di Santa Marina Vergine Siciliana, 1842.

Francesco Nicotra, Castell'Umberto, Palermo, Società editrice del dizionario illustrato dei Comuni siciliani, 1908.

Salvatore Miracola, La Santità nella Diocesi di Patti, 2015.

Maria Stelladoro, “Vita di Santa Marina la monaca vestita da uomo” Graphe.it, 2018.

Foto di copertina:

Ph. Antonino Bartuccio © 2020 (Borgo Antico di Castanìa).

Borgo Antico di Castanìa - Castell'umberto (Sicilia).

«Borgo più antico di Castell'Umberto, in cui tra vicoli, fontane e chiese si narra la storia del piccolo paese nebroideo prima che, con Regio Decreto dell’8 giugno 1865, il centro abitato si trasferisse nell’attuale sede, che prese il nome di Castell’Umberto in onore del Principe Umberto I. Oggi Castanìa rappresenta il centro storico del paese al cui interno sono presenti i resti più rilevanti della storia e dell’architettura del luogo: la Chiesa di Santa Barbara, il Castello, il Convento, la Chiesa di San Francesco e tanti altri siti che testimoniano il ruolo degli artigiani e, in particolare, scalpellini locali nello sviluppo storico-artistico della comunità castanese». Testo da Ttatta Go.

Foto a corredo dell’articolo:

Stralcio cartografico in scala 1:5.000 della cartografia urbanistica del Comune di Termini Imerese. Cerchiato in rosso il Cozzo Patara.

Chiesa di Santa Marina la Nova

Chiesa di Santa Marina “La Novissima”. Ph. Antonio Annibale.

www.ttattago.com

https://santamarinadiscanioterminiimeresepa.blogspot.com/

www.comune.termini-imerese.pa.it 

Giuseppe Longo 

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La festa di Santa Marina in Termini Imerese, tra fede e tradizione

Giornale del Mediterraneo , 15 novembre 2024 La festa di Santa Marina è stata da secoli, e continua ad esserla, una devota ricorrenza, molto...