giovedì 29 agosto 2024

Salviamo la Chiesa di Santa Marina “La Nuova”

MadonieLive , 11 aprile 2013

Pongo nuovamente l'attenzione a un argomento trattato dallo scrivente lo scorso 2011 in questa Testata giornalistica: il recupero architettonico della chiesetta campestre di Santa Marina “La Nuova” a Termini Imerese. 

L'appello che ripresento è rivolto in particolare modo alle locali Istituzioni civili, religiose e alle Associazioni culturali, in particolare quelle preposte alla tutela e la valorizzazione dei Beni Storico-Artistici.

Il piccolo edificio religioso ad aula è fissato in contrada Santa Marina (Bragone) in un fondo privato a circa tre chilometri dal Ponte di ferro della SS 113, sul San Leonardo. 

La chiesa necessita di un tempestivo intervento di manutenzione (a causa della copertura lignea crollata) per impedire che le intemperie, possano rovinosamente aggredire quelle che rimangono dei dipinti e delle decorazioni murali posti all'interno, lungo le strutture murarie perimetrali. 

La peculiare immagine che merita un immediato recupero è il pregevole dipinto raffigurante la “Madonna del latte” di autore ignoto posto sulla parete sinistra (entrando) dell'ambiente a cielo aperto. 

Per ulteriori approfondimenti si vedono gli articoli dello scrivente, su questa testata, riguardanti la storia e il culto di Santa Marina Vergine di Scanio.

Bibliografia e sitografia

Ottavio Gaetani , Vitae Sanctorum Siculorum ex antiquis Graecis Latinisque monumentis, et ut plurimum ex MSS Codicibus nondum editis Collectae, aut scriptae, digestae iuxta seriem annorum Christianae Epochae, et animadersionibus illustratae, a RP Octavio Caietano SJ, voll. I - II, Panormi, 1657 (opera postuma).

Gioacchino Errante , Delle Azzioni Eroiche, Virtù Ammirabili, Vita, Morte e miracoli del B.Agostino Novello Terminese, Messina 1713.

Baldassarre Romano , Vita di Santa Marina Vergine Siciliana, 1842.

Francesco Nicotra , Dizionario Illustrato dei Comuni Siciliani, Palermo 1908.

Giuseppe Longo 2011, La chiesa di Santa Marina “La Novissima”, MadonieLive, il giorno 4 giugno

Giuseppe Longo 2011, Santa Marina di Scanio una patria controversa, MadonieLive 5 giugno.

Giuseppe Longo 2011, Santa Marina di Scanio MadonieLive, 6 giugno.

Giuseppe Longo 2011, Santa Marina “La Nuova” a Termini Imerese, MadonieLive, 8 giugno. 

Giuseppe Longo 

https://madonielive.com/


Santa Marina “La Nuova” in Termini Imerese

MadonieLive , 8 giugno 2011

La chiesetta di Santa Marina (La Nuova), oramai in rovina, sorge nella contrada “Bragone”, chiamata nella parlata locale “U brauni”, una località a circa tre chilometri dalla città di Termini Imerese. La modesta chiesetta campestre è posta su un fondo privato, in un pianoro sottostante il monte Lignari e attraversata dalla via Consolare, ovvero l'antica carrozzabile che collegava Termini con il capoluogo siciliano. 

L'edificio religioso dista circa un chilometro dall'omonima chiesetta di Santa Marina “ La Novissima ”, quest'ultima costruita agli inizi dell'Ottocento e nella quale attualmente la santa è venerata e commemorata annualmente con una fastosa manifestazione la prima domenica di settembre.

Durante le mie ricerche storiche con grande sorpresa ho scoperto che l'ubicazione della chiesetta campestre di Santa Marina “ La Nuova ” nelle adiacenze del territorio termitano fu indicata in un primo momento, pur concisamente dal sac. don Gioacchino Errante, nella sua opera a stampa “ Delle Azzioni Eroiche, Virtù Ammirabili, Vita, Morte e miracoli del B.Agostino Novello Terminese ” Messina 1713.

L'Errante così scrisse: 

[…] Nella Chiesa Filiale ancora il quadro della Cappella del B. rappresenta la sua SS morte. E fin nell'altare maggiore della Madonna SS. della Trabia (Chiesa, che è nel distretto, e territorio di Termini; di molta devozione, e concorso di popolo, e confinate colla Trabìa: come pure nel distretto dell'isteso territorio di Termini sopra della Trabia, dentro terra meno di due miglia, nella contrada dello Bragone, vicino a Scanio, Castelletto antico, e diroccato, che oggi chiamano Castellazzo, vi è una Chiesetta di Santa Marina Verg Terminesa, di devozione, e concorso del popolo Terminese.) a fianchi della Imag. della SS. Verg. vi è ancora la Immagine del B. Agostino vestito Agostiniano.[…].

L'Errante avanzò l'ipotesi identificativa che vede nel luogo denominato Castellazzo in contrada Bragone, il sito di Scanio. Le ipotesi dell'Errante furono riprese in parte dallo storico termitano Baldassarre Romano (1794-1857) nel suo opuscolo più volte ristampato “Vita di Santa Marina Vergine Siciliana”, edito nel 1842.

Il Romano così riferì: 

[...] Or sulla fine della dominazione degli Arabi, e cominciando il governo del gran Conte Ruggiero, visse la santa verginella Marina siciliana. Venne essa la mondo verso gli anni 1036 dell'era volgare in un oscuro borgo che appellavasi Scanio: epperò non è da confondersi con altre sante del medesimo nome. Tal borgo è oggi interamente distrutto, e nessun altro scrittore abbiamo che lo ricordi: ne ciò dee recar meraviglia, poichè le moltissime terre per ogni dove son venute affatto in oblio. Ma in Termini è tradizione antichissima che Scanio esisteva sulla montagnola nominata Patàra, quasi un miglio lungi della città ad occidente. Ivi ha la campagna portato il nome di Scanio; ivi si vedevano alcune avanzi di antiche fabbriche fino all'inizio del secolo scorso; ivi fu eretta in quel tempo una chiesuola alla Santa, e un'altra assai prima, nel sedicesimo secolo sen'era edificata di là poco discosta, le quali tuttavia decorosamente sussistono [...].

Il Romano quindi è del parere che nelle immediate vicinanze della chiesetta in questione sorgesse un preesistente oratorio: Santa Marina (“ La Vecchia ” ndr), del quale sussisteva ancora qualche vestigia.

Alle notizie precedentemente riportate, il Romano fa seguire alcune puntualizzazioni che ci piace riportare qui di seguito: 

[…] Dopo secoli che il popolo si adunava nella prima di esse, nel 1730 sperando di trovare le sacre ossa nel colle detto di Scanio, segnatamente in mezzo alle vestigia d'alcuni rovinati edifizi che ancor si vedeano, fu chiesto al Vicario capitolare della diocesi il permesso di farne ricerca. Il quale prescrisse che con un digiuno di tre giorni ed una solenne processione di penitenza si disponessero i cuori dei cittadini a divoti affetti, e si mettesse indi mano al lavoro. Tutto eseguito con un raccoglimento religioso, scavata la terra, frugate le antiche fabbriche per più giorni, non furon le desiate reliquie rinvenute [...].

Nel 1741, il papa Benedetto XIV, su richiesta del popolo termitano, concesse il 16 giugno l'indulgenza plenaria settennale ai fedeli che avrebbero compiuto la devozione di visitare la detta chiesa nell'ultima domenica di maggio.

Bibliografia e sitografia

Ottavio Gaetani , Vitae Sanctorum Siculorum ex antiquis Graecis Latinisque monumentis, et ut plurimum ex MSS Codicibus nondum editis Collectae, aut scriptae, digestae iuxta seriem annorum Christianae Epochae, et animadersionibus illustratae, a RP Octavio Caietano SJ, voll. I - II, Panormi, 1657 (opera postuma).

Gioacchino Errante , Delle Azzioni Eroiche, Virtù Ammirabili, Vita, Morte e miracoli del B.Agostino Novello Terminese, Messina 1713.

Baldassarre Romano , Vita di Santa Marina Vergine Siciliana, 1842.

Giuseppe Longo 2011, La chiesa di Santa Marina “La Novissima”, MadonieLive, 4 giugno.

Giuseppe Longo 2011, Santa Marina di Scanio una patria controversa, MadonieLive, 5 giugno.

Giuseppe Longo , 2011, Santa Marina di Scanio MadonieLive, 6 giugno. 

Giuseppe Longo 

https://madonielive.com/

Santa Marina di Scanio

MadonieLive , 6 giugno 2011

La patria di Santa Marina di Scanio è tutt'oggi discussa: alcuni la rivendicano a Castell'Umberto (ME) altri a Termini Imerese, cittadina in provincia di Palermo. Le fonti non ci trasmettono il nome secolare di Santa Marina che nacque a Scanio nell'anno 1036. 

La giovane fanciulla apparteneva all'agiata e autorevole famiglia dei “Pandariti” che abitavano nel piccolo borgo. Fin dalla fanciullezza Marina si distinse per la bontà d'animo e le sue doti di carità. Ella fu educata amorevolmente dalla madre all'osservanza degli insegnamenti della religione cristiana ea dipingere le sante icone. Giunta in età da marito, la fanciulla antepose alle attrattive della vita nuziale il desiderio di dedicarsi totalmente a Dio e visse per quattro anni in meditazione e preghiera. Più tardi dopo aver deciso definitivamente di dedicarsi alla consacrazione, chiese e ottenne, la vestizione e la tonsura da parte di un monaco, accettando da quel momento di lasciare la vita secolare ed assumere il nome di Marina, che manterrà per tutta la sua breve ma intensa esistenza. Per alcuni anni la sua vita trascorse nella preghiera, ricevendo dalla Divina Provvidenza il dono di concedere guarigioni con l'invocazione alla Santissima Trinità. 

Intanto maturava in lei il desiderio della missione, incoraggiata oltretutto dalla tradizione di quel tempo di attuare pellegrinaggi in Terra Santa, decise quindi di travestirsi da monaco per timori di cattivi incontri e mutando il nome in Marino, si imbarcò su una nave diretta a Gerusalemme. In Terra Santa presso un monastero, visse sotto le mentite spoglie di monaco per tre anni. Ritornò a Scanio e venendo a sapere che i suoi genitori erano trapassati, ripartì di nuovo alla volta del suo monastero, dove vi rimase per altri cinque anni. Marina fece ritorno definitivamente nella sua natia Scanio, dove continuò da romita, la vita contemplativa e il servizio a Dio per circa sei mesi, dispensando a tutti carità, conforto e compiendo miracoli. Rese la vita al Signore nell'anno 1066 all'età di trent'anni. 

Le sue spoglie furono seppellite nel piccolo borgo di Scanio nel Tempio della SS. Vergine. Alcuni anni dopo per volontà della stessa Marina che apparve in sogno a uno dei suoi devoti fedeli, fu costruito e dedicato alla santa un Oratorio nel quale furono traslate le sue spoglie.

Bibliografia e sitografia:

Ottavio Gaetani , Vitae Sanctorum Siculorum ex antiquis Graecis Latinisque monumentis, et ut plurimum ex MSS Codicibus nondum editis Collectae, aut scriptae, digestae iuxta seriem annorum Christianae Epochae, et animadersionibus illustratae, a RP Octavio Caietano SJ, voll. I - II, Panormi, 1657 (opera postuma).

Giuseppe Longo 2011, La chiesa di Santa Marina “La Novissima”, MadonieLive, 4 giugno.

Giuseppe Longo 2011, Santa Marina di Scanio una patria controversa, MadonieLive, 5 giugno. 

Giuseppe Longo

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Santa Marina di Scanio una patria controversa

MadonieLive, 5 giugno 2011

La chiesetta agreste di Santa Marina “La Vecchia” a Termini Imerese, esisteva ancora già sul finire del XIV sec. Le fonti non ci forniscono informazioni esaustive circa la sua individuazione. 

Sulla biografia e sul culto della Santa Marina Vergine di Scanio esiste soltanto un codice manoscritto, trecentesco redatto attorno al primo decennio da un ignoto monaco di nome Daniele del Monastero di SS. Salvatore dell'Ordine basiliano in Messina, che per primo raccolse e trascrisse i vari racconti orali relativi alla Vergine di Scanio.

Il codice in seguito, venne scoperto, tradotto in latino dal gesuita Padre Ottavio Gaetani (1566-1620). Il Gaetani, fu l'iniziatore degli studi di agiografia in Sicilia e compose la sua monumentale opera “Vitae Sanctorum Siculorum”, pubblicata postuma nel 1657. Poco più di trecento anni dopo, nel 1959 il filologo Giuseppe Rossi Taibbi pubblicò per la prima volta una edizione del codice greco corredata da note critiche e da una esaustiva introduzione.

L'edizione di Rossi Taibbi permette di leggere il testo greco con a fronte la versione italiana e reca anche una biografia di Santa Lucia presente nel codice trecentesco (cfr. G. Rossi Taibbi, “Martirio di santa Lucia - Vita di santa Marina”, Istituto siciliano di Studi bizantini e neogreci, Palermo 1959). 

Il culto di una santa siciliana di nome Marina nata in un oscuro borgo di nome Scanio è documentato nella Sicilia orientale a Castell'Umberto, l'antica Castania ed oggi Comune in provincia di Messina. Non deve meravigliare la diffusione di questo culto nell'antica Val Demone, l'area in cui per tutto il medioevo si conservò il retaggio culturale e linguistico della grecità bizantina.

Nella Sicilia occidentale, è nota un'altra area di diffusione del culto di Santa Marina siciliana e nello specifico a Termini Imerese, oggi Comune nella provincia di Palermo. Si tramanda a Castell'Umberto che l'antico casale di Santa Marina corrisponde al sito dell'antico borgo di Scanio. 

Lo storico siciliano Tommaso Fazello ordopraedicatorum (1498-1570) nella sua “De Rebus Siculis Decades Duae” (Panormi 1558),  colloca la nascita del borgo di Castania nel 1322, con l'annessione dei Casali di Randacoli, Rasipullo e Santa Marina, auspici , la nobile famiglia Taranto.

Il termine casale indicava nel Medioevo dei borghi o abitati aperti non cinti da mura. Il casale di Santa Marina, “forse l'antica Scanio” per volontà di re Ruggero, fu sede di un cenobio dell'ordine basiliano intitolato a Maria SS. Vergine di Mallimaco. 

A proposito di questo cenobio oramai rudere, lo storiografo Francesco Nicotra così riporta nel “ Dizionario Illustrato dei Comuni Siciliani ” (Palermo 1908): 

«Santa Marina vergine. Nacque nel castelletto chiamato Scanio, della ricca ed illustre famiglia Pandarita. Toccata dalla pietà dei monaci basiliani, volle anche lei vestire l'abito del patriarca San Basilio; e alla sua morte, dietro le peregrinazioni e le vicende di una santa vita, fu seppellita nella chiesa del monastero di Santa Maria di Mallimaco. Il di lei corpo fu poi traslato a Catania, per ordine dell'infante Martino, che con due diplomi ne ordinò la traslazione nel 1392. In onore di questa santa il casale Scanio venne detto Santa Marina». 

A Termini Imerese, invece, persiste la tradizione che il casale di Scanio sia sorto sulla sponda sinistra del fiume San Leonardo nella contrada oggi detta Santa Marina e anticamente chiamata Cozzo di Scanio. 

Alla santa sono state dedicate nel corso dei secoli tre chiesette campestri, chiamate rispettivamente: Santa Marina “La Vecchia”, Santa Marina “La Nuova” e l'attuale Santa Marina “La Novissima” (termine quest'ultimo coniato dallo scrivente qui per la prima volta) in un arco di tempo compreso tra il XVI e il XIX secolo.

Bibliografia e sitografia:

Ottavio Gaetani , Vitae Sanctorum Siculorum ex antiquis Graecis Latinisque monumentis, et ut plurimum ex MSS Codicibus nondum editis Collectae, aut scriptae, digestae iuxta seriem annorum Christianae Epochae, et animadersionibus illustratae, a RP Octavio Caietano SJ, voll. I - II, Panormi, 1657 (opera postuma).

Gioacchino Errante , Delle Azzioni Eroiche, Virtù Ammirabili, Vita, Morte e miracoli del B. Agostino Novello Terminese, Messina 1713.

Baldassarre Romano , Vita di Santa Marina Vergine Siciliana, 1842.

Francesco Nicotra , Dizionario Illustrato dei Comuni Siciliani, Palermo 1908.

Giuseppe Longo 2011, La chiesa di Santa Marina “La Novissima”, MadonieLive, 4 giugno.

Giuseppe Longo 

La chiesa di Santa Marina “La Novissima”

MadonieLive , 4 giugno 2011

La chiesetta settecentesca di Santa Marina (La Novissima) sorge sul Cozzo Patara, a una novantina di metri sul livello del mare e a circa cinque chilometri dalla cittadina di Termini Imerese. La costruzione dell'ameno edificio sacro fu fortemente desiderata dai fedeli termitani che ne vollero onorare e tramandare il culto della Verginella Marina, santa e compatrona della Città. 

L'edificio religioso di Santa Marina “La Novissima” si erge sulla montagnola denominata “Cozzo Patara” detto anche nella parlata locale “Cozzo di Scaniu”. La piccola costruzione ad aula unica e dal prospetto semplice si trova non molto distante dalla chiesetta quasi rudere di Santa Marina “La Nuova” situata in contrada Bragone. 

La chiesetta di Santa Marina prospettante sul tratto terminale del fiume San Leonardo, fu costruita nella prima metà XVIII sec. per volontà di alcuni ferventi fedeli alla santa, dopo le infruttuose e ripetute ricerche del suo corpo, compiute agli inizi del Settecento nella contrada Bragone.

Lo storico termitano Baldassare Romano (1794-1857) nel suo opuscolo “Vita di Santa Marina Vergine Siciliana”, edito nel 1842, ci riporta in dettaglio quanto detto precedentemente: 

[…] Dopo secoli che il popolo si adunava nella prima di essa [chiesa Ndr.], nel 1730 sperando di trovare le sacre ossa nel colle detto di Scanio, segnatamente in mezzo alle vestigia d'alcuni rovinati edifizi che ancor si vedeano, fu chiesto al Vicario capitolare della diocesi il permesso di farne ricerca. Il quale prescrisse che con un digiuno di tre giorni ed una solenne processione di penitenza si disponessero i cuori dei cittadini a divoti affetti, e si mettesse indi mano al lavoro. Tutto eseguito con raccoglimento religioso, scavata la terra, frugate le antiche fabriche per più giorni, non furon le desiate reliquie rinvenute. Ciò non ostante non intepidirono i Terminesi verso la santa Verginella Marina; che anzi vollero l'anno stesso in quel sito elevato, amenissimo, ergere la chiesuola che già accennammo: il sacerdote Giuseppe Lanza padrone del suolo donò uno spazietto all'intorno per comodo de' concorrenti e la dotò d'un piccolo benefizio…” La donazione della porzione di terreno quindi consentire l'edificazione dell'attuale luogo di culto […].

Il lascito venne stipulato con atto pubblico dal Notaio di Termini Imerese Leonardo Mola il 15 febbraio 1731, di tale atto notarile ce ne dà complete notizie il Notaio Ignazio Candioto (1890-1956) nel suo libro: “Civitas Splendidissima”, 1940, nel cap . XLVIII e nel (Doc. N. 34) 

[…] La bontà divina, scrive il Notaro nell'introduzione all'atto, si compiacque per mezzo di visioni avute da vari cittadini, di indicare il luogo dov'era sepolto il corpo di Santa Marina, ritenuta sempre cittadina di Termini, e cioè il Cozzo di Scanio nella contrada Bragone, e precisamente sotto le macerie di un palmento dove si notano vestigia di antiche fabbriche. 

I Giurati di allora, come quelli che avevano giurisdizione su detto territorio, e l'Arciprete pro tempore della Città, diligentemente esaminate le visioni, decretarono di informare il Vicario Generale della Diocesi, il quale a sua volta, esaminati i fatti presentati, ordinò ai cittadini un severo digiuno di tre giorni ed una processione di penitenza da effettuarsi nella domenica successiva, all'oggetto di disporre gli animi dei cittadini alla devozione e perché Nostro Signore si degnasse permettere il rinvenimento del corpo della Santa. 

Il digiuno venne eseguito nei giorni 12-13 e 14 ottobre 1730, la processione il giorno dopo, la domenica 15. Con alla testa l'Arciprete, i Giurati e persone devote, tutto il popolo, il 17 successivo, si recò sul luogo designato e per quel giorno e nei giorni seguenti si procedette agli scavi della terra e delle macerie. 

La bontà Divina non permette di far trovare il corpo ricercato: ciò nonostante i cittadini continuanorono e continuano le ricerche del corpo. Dopo le ricerche collettive infruttuose e mentre queste continuavano isolatamente, persone devote vollero costruire una Chiesa ed un Altare dedicato alla Santa, sul Colle di Scanio. Ed il Sacerdote Don Giuseppe Lanza, proprietario del terreno dov'era stata già edificata la Chiesa, ne donò «tre tumoli attorno a detta Chiesa per uso e comodità delle persone che affluivano alla Chiesa» e come insegnò al Beneficiale di detta Chiesa tarì 6 l' anno, da pagarsi sul restante fondo di sua proprietà. Don Nicolò Marsala e Lanza, domino diretto del fondo, acconsentì, avocando però a sé il diritto di nomina del benefico o del Cappellano. Il primo benefico fu il Sac. Giuseppe Lanza […].

Successivamente, a infervorare gli animi dei devoti termitani nei confronti della santa fu la sua intercessione, mentre infuriava a Termini Imerese l'epidemia di colera che falcidiò nel 1837 buona parte della popolazione.

Le invocazioni e le preghiere verso la santa permisero di arrestare la terribile sventura. In tale circostanza il popolo termitano per esprimere gratitudine verso la Verginella per lo scampato pericolo, volle fare dono al Convento delle Clarisse a Termini Imerese di un ex voto raffigurante Santa Marina, oggi tale dono votivo trovasi nel Santuario della Madonna della Consolazione. 

La prima domenica di settembre di ogni anno, la chiesetta campestre di Santa Marina “La Novissima” è solennemente parata a festa e il luogo tanto caro ai devoti si trasforma in un decoroso tripudio per la collettività.   

L'evento è preceduto dalla solenne processione dei due simulacri: Santa Marina e San Paolino vescovo di Nola, quest'ultimo, protettore dei Giardinieri. Nell'amenità del poggio i fedeli con le loro preghiere, invocano i due Santi affinché benedicano la città e la verdeggiante e fertile valle del San Leonardo.

Bibliografia e sitografia:

Ottavio Gaetani , Vitae Sanctorum Siculorum ex antiquis Graecis Latinisque monumentis, et ut plurimum ex MSS Codicibus nondum editis Collectae, aut scriptae, digestae iuxta seriem annorum Christianae Epochae, et animadersionibus illustratae, a RP Octavio Caietano SJ, voll. I - II, Panormi, 1657 (opera postuma).

Gioacchino Errante , Delle Azzioni Eroiche, Virtù Ammirabili, Vita, Morte e miracoli del B.Agostino Novello Terminese, Messina 1713.

Baldassarre Romano , Vita di Santa Marina Vergine Siciliana, 1842.

Francesco Nicotra , Dizionario Illustrato dei Comuni Siciliani, Palermo 1908.

Foto di copertina: Chiesa di Santa Marina “La Novissima”, interno.

Foto a corredo dell'articolo: Chiesa di Santa Marina, prima della modifica del prospetto. Ph. Giuseppe Longo

Giuseppe Longo

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La festa di Santa Marina in Termini Imerese, tra fede e tradizione

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